Lasciamo che il vento soffi sul sindaco eletto, qualcuno ha già calpestato il candidato che si è candidato più volte, e il ritratto del deputato caduto dall'Europa, spogliato dei suoi legami, rende chiaro il risultato delle elezioni.

La cuvée politica della rubrica pubblicitaria evoca le ultime ore prima del giorno del giudizio. Come il tavolo di classe sparso negli anni, le cui foto sono state rotolate a terra dal tempo, ma la coscienziosa donna delle pulizie dell'alma mater, senza guardare a chi appartiene e dove sono caduti, ce li ha messi davanti a caso. . Anche i passanti ne sono indifferenti.

Nessuno si ferma a scandire le più piccole linee o a districare il logo: chi se ne frega di chi sono?

Anche nella cabina elettorale molti non sono riusciti ad abbinare la foto giusta al nome inserito, ma il mondo Facebook è così. Nello spazio virtuale tutti sono conosciuti da tutti, ma nessuno saluta nessuno per strada, e il vicino si rende conto che l'abitante dall'altra parte della strada potrebbe avere un problema solo quando la polizia bussa alla sua porta.

I newyorkesi avvertono che nella metropolitana il passeggero non dovrebbe guardare nessuno negli occhi. Non attirare accidentalmente l'attenzione di nessuno. Guardarsi negli occhi è pericoloso. Non perché il viaggiatore non voglia essere visto nella sua anima attraverso questo specchio, ma perché la tensione accumulata in lui può facilmente fargli pensare che anche lo sguardo più innocente sia una provocazione.

Tuttavia, secondo le speranze di László Nagy, entrambi i passeggeri hanno volti umani. Baciabile. In qualche modo, gli spudorati cercano di modellare la società a loro immagine. Basta rivolgersi alla folla da dietro un profilo Facebook o anche indossando occhiali da sole, e colui che, a causa del suo passato, avrebbe bisogno di essere salvato, si fa avanti come salvatore. Allora i membri della corrente umana, che non sono in pace con se stessi, vedono con chiarezza il fangoso sconvolgimento che tutto porta e porta via. Tutto ciò di cui potremmo aver bisogno, che ci mancherà nei momenti più tranquilli, o lo cercheremo invano, perché trasportato dal mainstream, dalla marea che non rispetta nulla.

Ora che la marea di inizio estate si sta lentamente ritirando, varrà la pena prestare attenzione al fatto che, mentre le voci del Danubio e dell'Olt si avvicinano sempre di più, quale faccia mostrerà il Tibisco quando arriverà la siccità o si scioglieranno i ghiacci? In?

Immagine di presentazione: MTI/János Vajda