C'è un saggio detto ungherese, secondo il quale "se avessi ascoltato, saresti rimasto saggio". Dobbiamo aggiungere altro, Ildiko?

Ildikó Lendvai è un autore regolare (settimanale) del portale Városi kurir (o cos'è nyű), che ha visto giorni migliori e ha dimostrato l'autenticità delle sue parole anche allora ("Lo dico lentamente in modo che tutti capiscano: non ci saranno aumento del prezzo del gas" - poi è successo cinque volte) Prova dal vivo della saggezza del detto citato.

Nella sua rubrica intitolata Heti tapló (guarda, il titolo è così eloquente), è riuscito a mentire di nuovo e a metterlo in un modo piuttosto toccante.

Vediamo la bugia. Scrive che "a proposito, il capo del CÖF controlla anche il fondo pubblico per il sostegno delle organizzazioni civili. Posso immaginare con quanta imparzialità distribuisce il denaro”. Il testo citato potrebbe ricordarmi Il Maestro e Margherita di Bulgakov, quando Koroviov dice alla conferenza bengalese: Congratulazioni, concittadino, per una bugia ben eseguita.

Questa bugia però non è andata a buon fine, fatto sta che il "leader del CÖF" non partecipa da un anno ai lavori del Fondo di cooperazione nazionale, ma per qualche motivo questo è sfuggito all'attenzione di Ildikó. Invano passano gli anni, il ricordo non è lo stesso.

Anche la compagna Lendva perde la marcia per la pace. Certo, anche a noi manca, ma va bene se sai che la Processione della Pace non appartiene alla sandbox SZFE, viene annunciata solo quando i difensori spirituali del Paese vedono che è giunto il suo momento. Non guasterebbe se il nostro Ildiko avesse almeno un minimo di informazioni sugli avvenimenti quotidiani, perché - se non lo sapesse - le restrizioni agli assembramenti sono ancora valide, e non spetta ai partecipanti alla Marcia della Pace infrangere le regole. Questa è l'usanza dei Ballib.

Per quanto riguarda il vero tocco, Ildikó vi si è immerso. Non poteva dispiacersi per la madre del presidente fondatore del CÖF, perché pensava che la sua unica gioia fosse che suo figlio avesse un buco nel sedere. Certo, non sappiamo come lo sappia la vecchia del MSZP, ma sappiamo che fare un esempio della propria madre è vera maleducazione, tentoni.

Sarebbe stato bello se Ildikó Lendvai usasse l'esperienza di censura acquisita sotto il compagno György Aczél e la applicasse ai propri scritti prima di pubblicarli. Allora forse non dovremmo avvertirlo: "Se tu avessi ascoltato, saresti rimasto saggio".

(Fonte immagine: corriere cittadino)