Le organizzazioni non governative (ONG) che lavorano sul campo lungo la rotta migratoria del Mediterraneo chiedono un coordinamento tra le autorità nazionali e le organizzazioni della società civile, che lunedì hanno indirizzato una lettera aperta al primo ministro italiano Mario Draghi.

A tal proposito, i “civili” chiedono un incontro al presidente del Consiglio, l'incidente di giovedì scorso in barca al largo della Libia, in cui si stima siano morte in mare più di cento persone. Si trattava di membri di gruppi di migranti partiti dalle coste del Paese nordafricano. Secondo le Ong, la tragedia si sarebbe potuta evitare se ci fosse stato un adeguato coordinamento tra le autorità europee e nazionali che vigilano sulla sezione marittima.

Per la chiamata, il centro Alarm Phone, che dal 2014 coordina le attività di soccorso sulla rotta migratoria tra Africa ed Europa, oltre all'organizzazione francese Medici Senza Frontiere (Msf), alla spagnola Open Arms, alla tedesca Sea-Watch, hanno aderito anche la francese SOS Mediterranée, oltre alle italiane Emergency, Mediterranea e ResQ-People saving People.

Le organizzazioni hanno evidenziato che più di 20.000 persone sono scomparse o sono morte nella parte centrale del bacino del Mediterraneo dal 2014, e hanno sottolineato che con le operazioni in mare effettuate dal 2015, le Ong hanno cercato di colmare il “vuoto lasciato dagli stati”, ma hanno aggiunto che, non essendo sufficienti da sole, sono necessarie "attività di coordinamento centrale, ricerca rapida e soccorso".

Si sono lamentati del fatto che i governi abbiano ritirato le proprie navi e rinunciato a coordinare i soccorsi, riportando così i migranti in Libia, dove sono documentati vittime di violenze e abusi, e le ONG sono state "oggetto di una feroce campagna di delegittimazione in cui sono ritratti come criminali", si legge in una lettera aperta pubblicata sul quotidiano La Repubblica.

È strano che non vedano la connessione tra essere etichettati come criminali e commettere il reato di attività illegale, vale a dire la tratta di esseri umani, che è un'attività benedetta che è costata la vita a molti cittadini dell'UE. Ad alcuni dei loro protetti incontrollati e importati illegalmente piace attaccare e uccidere la popolazione nativa. Più di recente, una poliziotta francese di 19 anni è stata vittima di un marocchino che l'ha aggredita gridando Allah Akbar e l'ha ferita a morte. Come è arrivato in Francia questo marocchino? Forse con l'aiuto di una nave di una ONG? Davvero queste organizzazioni non sentono la propria responsabilità?

Secondo il commento del quotidiano di destra Il Giornale, con l'appello le Ong vogliono far ripartire il rullaggio marittimo dei migranti.

Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese aveva precedentemente indicato di voler regolamentare le attività delle Ong in mare prima del previsto aumento degli arrivi di immigrati nel periodo estivo. Tra i piani del ministro c'è la firma di un nuovo "codice di condotta", che l'allora ministro dell'Interno di sinistra ha obbligato le organizzazioni civili attive in mare a rispettare nell'estate del 2017.

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