Trent'anni fa, il 19 giugno 1991, l'ultimo soldato sovietico occupante lasciò il territorio dell'Ungheria, sebbene il suo esercito fosse già partito il 16, come abbiamo scritto qui!

Il tenente generale Viktor Silov, comandante del Gruppo d'armate Sud, chiuse a chiave la porta della caserma, si mise la chiave in tasca e tornò di corsa scontroso nel vecchio mondo al suo servizio Volga, che però crollò quasi sei mesi dopo e seppellì Mikhail Sergeevich Gorbachev, l'iniziatore dei cambiamenti, sotto di esso.

Il ritiro della squadra fu seguito da una lunga disputa sui diritti di proprietà e finanziaria, perché l'accordo intergovernativo del 1957 non chiariva diverse questioni. Le trattative riguardanti la consegna e la restituzione degli oggetti militari abbandonati, il loro stato di degrado e il danno ambientale causato si sono concluse con una "soluzione zero" e le parti hanno rinunciato reciprocamente alle loro rivendicazioni l'una contro l'altra. L'accordo è stato firmato a Budapest l'11 novembre 1992 dal primo ministro József Antall e dal presidente russo Boris Eltsin.

La data di partenza, il 19 giugno 1991, è diventata una data importante nella storia ungherese: dall'occupazione tedesca del 19 marzo 1944, un soldato straniero non è stato di stanza per la prima volta sul suolo ungherese. In commemorazione di ciò, l'8 maggio 2001, il Parlamento ha adottato la risoluzione XVII del 2001 "sull'importanza della riconquista della libertà del Paese e sulla giornata della libertà ungherese". per legge, il 19 giugno è stato dichiarato giorno della memoria nazionale e l'ultimo sabato del mese di giugno è stato dichiarato giorno della libertà ungherese.

La rivoluzione del 1956 dimostrò che questa forza non solo era di stanza, ma se necessario soffocava nel sangue le speranze nazionali! E ha imprigionato il paese per molto tempo. Cerchiamo invano le ore, i giorni e gli anni perduti!

Ciao ciao, Sasha!

Fonte e ulteriori dettagli: pestisracok.hu

Foto in primo piano: magyarhirlap.hu