Giovedì, la Commissione europea ha convocato l'Ungheria alla Corte di giustizia dell'Unione europea a causa della - a suo avviso - restrizione illegale dell'accesso alla procedura di asilo, per determinare se i regolamenti ungheresi siano contrari alla direttiva UE sulle procedure di asilo.

Nel suo annuncio, la Commissione europea ha richiamato l'attenzione sul fatto che, secondo il relativo articolo della direttiva sulle procedure di asilo, gli Stati membri dell'Unione europea devono garantire che i cittadini di paesi terzi che soggiornano sul loro territorio o ai loro confini e le persone sprovviste di documenti di identità validi possono effettivamente esercitare il loro diritto a chiedere protezione internazionale.

A loro è stato ricordato che secondo quanto previsto dalla legge ungherese, per poter richiedere protezione internazionale in Ungheria, i cittadini di paesi extra UE devono prima presentare una dichiarazione d'intenti presso un'ambasciata ungherese situata al di fuori del territorio dell'Unione Europea , in cui dichiarano di voler chiedere asilo, e devono essere muniti anche di apposito permesso di ingresso rilasciato a tal fine.

La Commissione Europea ritiene che tale norma rappresenti una restrizione illegittima dell'accesso alla procedura di asilo, contraria alla direttiva UE sulle procedure di asilo, interpretata nell'ambito della Carta dei diritti fondamentali, in quanto esclude coloro che soggiornano nel territorio dell'Ungheria o ai suoi confini dalla domanda di protezione internazionale.

Secondo il punto di vista del comitato Ue, il trattamento dell'epidemia di coronavirus, che è l'obiettivo dichiarato della legge ungherese, non può giustificare tale norma. Pertanto, il collegio ha deciso di citare l'Ungheria dinanzi alla Corte di giustizia dell'Unione europea.

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Foto: MTI/Gergely Zoltán Kelemen