Giovedì, il tribunale penale della città di Como, nel nord Italia, ha condannato all'ergastolo l'immigrato clandestino tunisino di 56 anni che il 15 settembre 2020 ha accoltellato a morte un prete cattolico con un coltello da cucina.

Il tribunale ha respinto l'argomentazione della difesa secondo cui l'autore non era responsabile e ha ritenuto che avesse pianificato l'omicidio in anticipo.

L'uccisione in strada aperta del 51enne padre Roberto Malgesini, noto per la sua cura dei rifugiati, ha provocato un'enorme protesta pubblica. Il prete stava distribuendo cibo in una chiesa di accoglienza per i senzatetto a Como, nel nord Italia, quando il suo aggressore incappucciato gli è caduto addosso con un coltello da cucina.

L'aggressore, identificato come Rahdi Mahmudi, soggiornava illegalmente da anni in Italia, dove era arrivato nel 1993 dalla Tunisia. Il movente esatto dell'uomo è oscuro, secondo quanto riferito dalla stampa, era alle prese con problemi mentali e temeva che il sacerdote volesse rivelare dove si trovava alle autorità.

Secondo quanto riportato dal quotidiano italiano La Stampa lo scorso anno, Mahmudi è stato espulso due volte dalle autorità. La prima volta è riuscito a nascondersi nel 2018, e la seconda volta, nel 2020, l'espulsione non è stata effettuata perché il traffico aereo tra Italia e Tunisia è stato sospeso a causa dell'epidemia di coronavirus. Più di recente, l'uomo viveva in un rifugio per senzatetto a Como.

Fonte: MTI/MH
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