La Romania si rifiuta di restituire i beni sottratti ai legittimi proprietari, e l'impossibilità del processo di restituzione è un caso classificato di furto e la sua elevazione allo status di politica statale - ha reagito alla decisione di ieri l'Associazione Ungherese della Transilvania, secondo la quale il La Corte Suprema ha respinto la decisione finale della restituzione dell'ex Marianum Catholic Girls' Institute di Cluj-Napoca.

"In linea con la precedente posizione della parrocchia di San Michele a Cluj, in qualità di leader dell'Associazione ungherese della Transilvania, riteniamo che la nazionalizzazione di Marianum e l'impossibilità del suo ritorno siano incompatibili con i principi dello stato di diritto. La sentenza emessa dalla Corte Suprema prova anche il doppio standard applicato nelle file della magistratura rumena - che ha una seria e chiara sfumatura antiungherese - contro la quale siamo obbligati a denunciare ad ogni occasione, e di cui anche noi informare i forum internazionali", hanno aggiunto.

Hanno sottolineato: "la situazione del Marianum è particolarmente simbolica, poiché dopo la nazionalizzazione nel 1948, nel suo edificio operava l'Università Bolyai di lingua ungherese, che fu abolita dall'estrema dittatura anti-ungherese nel 1959. Pertanto, non solo il colpo mortale al caso dell'università ungherese indipendente può restare all'amministrazione statale rumena, ma anche al proprietario illegittimo del complesso edilizio".

Secondo l'organizzazione, "la rappresentanza ungherese a Bucarest potrebbe essere una soluzione ovvia nella complicata situazione. Esortiamo: i decisori ungheresi vicini al potere a fare in modo che il Marianum (anche) venga restituito al suo legittimo proprietario, la Chiesa Cattolica Romana!"

Fonte: erdely.ma

(Foto di copertina: MTI/Gábor Kiss)