Magyar Kurír ha pubblicato l'articolo di Emma Németh, capo distretto della Società dei Fratelli Sociali. Come potete leggere, su iniziativa della Fondazione Barankovics, il capitolo internazionale della Società dei Fratelli Sociali tenutosi nell'agosto 2021 ha sostenuto il rimpatrio e la sepoltura delle spoglie del fratello Margit Slachta.

Grazie al lavoro del National Heritage Institute, che si è occupato della sepoltura, l'esumazione di Margit Slachta, che ha concluso la sua vita terrena il 6 gennaio 1974 e vi è stata sepolta, è avvenuta il 26 ottobre e il fratello Margit è arrivato in Ungheria il 9 novembre.

Margit Slachta lapide bufalo

Foto: Società dei Fratelli Sociali

La sua sepoltura avverrà il 7 dicembre 2021 alle ore 16:00 nel cimitero di Fiumei út.

Margit Slachta, nata il 18 settembre 1884, oltre al suo lavoro parlamentare e sociale, è conosciuta dai più per il suo lavoro di soccorritrice che ha rischiato la vita, poiché sotto la sua guida i fratelli sociali hanno salvato la vita a più di mille ebrei . Ha affrontato ideologie distruttive, sia il fascismo che il comunismo.

Il suo scopo principale era la felicità dell'uomo, dell'individuo e della famiglia, la protezione dei bambini, delle donne e delle famiglie, includendo, oltre alla felicità mondana, anche l'aiuto al perseguimento di obiettivi eterni. Per questo considerava insufficiente la carità e voleva creare condizioni sociali degne di un essere umano. Era convinto che fosse essenziale far rispettare i Dieci Comandamenti nella legislatura.

Tuttavia, a causa della sua posizione intransigente a favore dei valori cristiani e nazionali nei suoi due mandati parlamentari dopo la seconda guerra mondiale, fu escluso tre volte dai lavori legislativi del Parlamento su raccomandazione della commissione per l'immunità e fu costretto a andare a nascondersi. Nell'estate del 1949, quando non gli fu data la possibilità di partecipare alle nuove elezioni e almeno di servire il Paese all'opposizione, lasciò l'Ungheria illegalmente per il mancato adempimento dei suoi doveri associativi all'estero, ma il 20 giugno, 1949, in una lettera scritta a fratel Paula Rónai e alla comunità fraterna, promette di tornare non appena avrà svolto i suoi compiti. Secondo documenti dell'epoca, giunse a Vienna nel novembre 1951, da dove volle anche rientrare clandestinamente in Ungheria, senza successo.

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