ultimo libro di Tamás Kötter, avvocato e divulgatore dell'opinione pubblica, Vikingek, è stato pubblicato per la settimana del libro di quest'anno . Come (il Mandiner) ha accennato in una conversazione precedente , l'argomento del libro è una delle "malattie mentali e sociali" del nostro tempo, la dipendenza seriale, e il modo in cui colpisce l'individuo.

L'autore disse all'epoca che nel romanzo "i protagonisti sono persone della classe medio-alta che lavorano nei multiplex, che non possono più vivere il trascendente, non leggono per leggere, ma cercano ancora punti di allineamento e intrattenimento: lo trovano in Netflix. L'attenzione si concentra su due famiglie che si trasferiscono una accanto all'altra. Gli uomini iniziano a guardare la serie Vikings, che cambia fatalmente la vita di entrambi". (…)

Da dove è nata l'idea del libro?

Il mio interesse per i vichinghi è stato acceso da una conversazione che ho avuto con un caro amico. Durante un'innocente colazione, la persona ha attirato la mia attenzione sull'inestinguibile gioia di vivere dei vichinghi, sui loro costumi e, non ultimo, sul loro rapporto speciale con le donne (le hanno sbattute contro il muro) e allo stesso tempo si è fatta un'opinione devastante sul nostro valori cristiani monogami, almeno per quanto riguarda la nostra vita sessuale. Questa conversazione mi ha fatto una grande impressione, ho visto subito la possibilità di scriverci dentro, e non ci è voluto molto, il mio racconto Vikings era già pronto.

Più tardi, quando stavo pensando a quale argomento scrivere un nuovo romanzo, sono semplicemente tornato a questo racconto, che ha funzionato bene anche come trama per una storia più lunga. Qui ho dovuto davvero immergermi nel mondo della serie, e ho dovuto studiare la vita dei vichinghi, i loro costumi, i loro valori e tutto ciò che si dovrebbe sapere su questi selvaggi, spesso imprevedibili, capaci di tutto , ma allo stesso tempo amabilissimi popoli del nord, se li si scelgono proprio come sfondo di un romanzo che si svolge molto oggi e si occupa di problemi contemporanei.

Personalmente ti è piaciuta la serie Vikings?

Ho iniziato la serie per motivi prettamente "professionali", ma poi mi è piaciuta, anche se moderatamente.

Quello che non mi è piaciuto è stata la trascuratezza che ha permeato l'intero film ed è tipica di opere simili: l'equipaggiamento protettivo dei personaggi ricorda più il mondo di Mad Max che quello dei guerrieri vichinghi, è vistosa la mancanza di elmetti ( chi era così matto, soprattutto se sei un capo guerriero benestante - comunque il più povero faceva lo stesso - che non proteggeva la parte più vulnerabile del suo corpo, la testa?), che delle armi che non si adattavano all'età ( la balestra, ad esempio, è apparsa in Europa solo dopo le crociate) e delle scene di battaglia combattute con trenta o quaranta uomini già non parliamone. Non andava bene.

E poiché molte persone vengono "insegnate" esclusivamente dalle serie invece che dai libri, alla fine possiamo parlare di falsificazione della storia. E questo è dannoso!

l'articolo completo di Mandiner qui.

Autore: Gergő Kovács

Immagine: Facebook