ha ricordato con un tocco di Székely l'ex 20 agosto e i preparativi prima di esso, e l'importanza di cuocere il pane.

Eravamo in dieci fratelli. Questo non era raro tra i Szekler della Bucovina. Ecco perché mia madre aveva una grande madia, grandi pentole, grandi piedi e grandi ciotole. Abbiamo fatto cuocere il pane ogni mercoledì per un'intera settimana. La mattina presto, mia madre ha indossato con disinvoltura i vestiti e il velo, che usava solo per impastare, e ha iniziato a impastare con il lievito madre.

Quando l'impasto del pane iniziava a uscire dalla teglia, mia madre lo strappava nelle porte della cucina (ciotole di paglia) foderate con una coperta, e poi lo lasciava lievitare ulteriormente. Mio padre ha riscaldato il kuttor, (forno) che ci aveva messo dentro, e quando ha tirato la pala di legno, (pala di legno) dal fondo del forno, ha acceso una scintilla, quindi si poteva dire che era abbastanza calda per cuocere il pane.

In quel momento, mia madre ha coperto la pasta del pane dalla porta sul retro sul vassoio di legno, vi ha premuto le tre dita come una benedizione, ricordando le tre persone divine (Padre, Figlio, Spirito Santo) e l'ha messa nel forno.

Ci stanno tutti e sette i pezzi. Quando era cotto, mia madre lo tirava fuori con una pinza, lo incrociava con il bordo della mano e poi ne puliva la superficie con un pennello bagnato. Avvolse le belle pagnotte rotonde in un panno bianco pulito e le mise su due orologi da polso. Dopodiché il forno era ancora abbastanza caldo da cuocere anche i benedetti muffin alla marmellata di noci di mia madre. Da allora benedico l'opera di mio padre, che ha costruito il forno, e benedico l'opera di mia madre, che ci ha cotto il pane. Non dimentichiamoci di benedire il pane prima di spezzarlo, perché il pane è la benedizione stessa!

Stanka

(Secondo la pronuncia di Székely)

L'articolo completo si trova sulla pagina Facebook di István Sebestyén.

Fonte: sándár.hu

Foto: Gábor Tóth, Vasarnap.hu