Alla prima sessione plenaria del Parlamento europeo (PE) dopo la pausa estiva, si voterà nuovamente su una risoluzione che condanna l'Ungheria. A metà luglio, la commissione LIBE del PE ha adottato la bozza di relazione, in cui si afferma che esiste il pericolo che l'Ungheria "violi gravemente e sistematicamente i valori europei che sono alla base dell'Unione europea".

Il documento, dal suono offensivo, accusa l'Ungheria di gravi violazioni dello Stato di diritto e chiede pertanto che i programmi di coesione ungheresi che possono contribuire all'uso improprio dei fondi dell'UE oa violazioni dello Stato di diritto siano esclusi dai finanziamenti.

Già questa settimana, la Commissione europea potrebbe discutere il disegno di legge che imporrebbe requisiti di trasparenza agli Stati membri in materia di proprietà dei media e le consentirebbe di avviare procedimenti contro alcuni Stati membri se non rispettano le regole.

Una delle promotrici dell'idea è la ceca Vera Jourová, vicepresidente della commissione, che ha più volte espresso la sua insoddisfazione per il fatto che la commissione non abbia margini di manovra nella regolamentazione dei settori dei media.

La bozza parla anche della creazione di un nuovo consiglio europeo dei media, che riunirebbe i rappresentanti delle autorità di regolamentazione di ogni Stato membro in un'unica istituzione. Questa organizzazione interverrebbe in tutti i casi in cui si verificano cambiamenti nel mercato dei media che non sono conformi alle norme dell'UE. Gli editori di giornali europei si oppongono all'iniziativa: secondo l'Associazione europea dei media di riviste e l'Associazione europea degli editori di giornali, la bozza potrebbe anche violare la libertà di investimento e di imprenditorialità e l'armonizzazione della regolamentazione dei media a livello europeo non è giustificata.

Fonte: Nazione ungherese

Foto di presentazione: Tomáš Halász