La tanto attesa rottura con le politiche dei precedenti governi non è ancora avvenuta, quindi la domanda principale è se il nuovo presidente del Consiglio italiano sarà in grado di fare nuovamente appello agli elettori di destra alle prossime elezioni.

Sono passati 100 giorni da quando Giorgia Meloni, a capo di una coalizione di centrodestra, ha vinto le elezioni parlamentari italiane ed è diventata Presidente del Consiglio. È tempo di fare il punto sulle sue prime azioni, successi e fallimenti, poiché la sua elezione ha suscitato grandi speranze nel campo conservatore, non solo in Europa, ma anche in tutto il mondo.

Alcuni oppositori di Melonit tentarono di insediarlo come diretto erede del Duce, ma a 100 giorni dalla sua ascesa al potere si può concludere che la politica del presidente del Consiglio italiano rimase estremamente saggia. La domanda è: non è rimasto troppo saggio?

Nella sua comunicazione, ha sempre cercato di sottolineare i suoi risultati convincenti, motivo per cui la sua popolarità è ininterrotta:

secondo i dati di Ipsos-Italia, il 46 per cento dei votanti valuta positivamente l'attività di governo di Meloni, il che significa un aumento del 20 per cento rispetto al 26 per cento che lo ha portato al potere.

A riprova dello stato di sanatoria, i riferimenti al "pericolo fascista" sono quasi del tutto scomparsi dalla stampa italiana, e l'opposizione stenta a sembrare credibile.

Ma qual era la strategia della Meloni per mettere a tacere i suoi rumorosi critici?

La prima è che su molte questioni centrali si è allineato con le politiche del suo predecessore, Mario Draghi, che chiama "realismo". Il bilancio presentato da Meloni a Bruxelles ha seguito le stesse linee di quello di Draghi, e Meloni ha abbandonato alcuni progetti che avrebbero potuto irritare le autorità europee, come la sua politica di alzare le soglie di pagamento in contanti.

Ma questo "realismo" significa anche che in realtà non ha molta scelta: l'Italia è uno dei principali beneficiari del piano europeo di ripresa economica, e i 190 miliardi promessi di aiuti e prestiti verranno sbloccati solo se le riforme sono seguiti.

Reintroducendo la tassa sul petrolio all'inizio del 2023, Meloni ha rischiato di far arrabbiare alcuni dei suoi elettori, ma ha ceduto alle richieste del "realismo" di bilancio.

Sta cercando di affermare la sua ortodossia europea nel campo della politica estera. Insiste sul fatto che l'Italia è ferma nel suo sostegno all'Ucraina, nonostante gli alleati della coalizione Silvio Berlusconi e Matteo Salvini vogliano una posizione più equilibrata nei confronti della Russia. I ministri della Difesa dei due Paesi stanno attualmente negoziando l'invio in Ucraina del sistema missilistico terra-aria italo-francese, il Mamba SAMP/T.

Nel campo dell'energia, Meloni ha rilanciato e anzi proseguito la politica rappresentata dai suoi predecessori, quella contro cui si era precedentemente battuto, ad esempio la prosecuzione dei progetti di estrazione del gas adriatico. Si è recato anche a Tripoli per investire nei giacimenti di gas, continuando il riavvicinamento con la Libia che Draghi ha avviato nella primavera del 2021 con l'ex colonia italiana.

In definitiva, negli ultimi 100 giorni, la tanto attesa rottura con le politiche dei precedenti governi italiani non è avvenuta, e questo ha avuto un effetto rassicurante sull'opinione pubblica italiana e internazionale.

"Meloni ha il 70 per cento seguito sulle orme di Draghi", ha spiegato il direttore Claudio Cerasa a Il Foglio. Tuttavia, questa continuità quasi scolastica con Draghi solleva interrogativi nello stesso campo della Meloni, che continua a chiedere una pausa. Ad esempio, Meloni ha promesso di sostituire l'élite del settore pubblico, ma neanche questo è avvenuto, ei vecchi quadri sono rimasti in molte posizioni chiave della pubblica amministrazione italiana - per ora.

Vuole ottenere risultati sul tema dell'immigrazione a livello europeo, e il suo obiettivo annunciato durante la campagna di azzerare l'immigrazione clandestina in Italia non è stato ancora raggiunto, anche se non è previsto entro 100 giorni.

Il prossimo passo decisivo per Meloni saranno le elezioni del Parlamento europeo del 2024. In questa prospettiva, dedica molte energie al tentativo di forgiare un'alleanza di centrodestra e centrodestra nel Parlamento europeo, che unisca il PPE e la fazione ECR.

Alle prossime elezioni intende quindi continuare a giocare a destra, ma c'è ancora chi solleciterebbe passi più decisi. Secondo il politologo e storico Giovanni Orsina, ad esempio, alla Meloni

"per conquistare i voti della destra, devi attuare un vero programma di destra, cosa che finora non hai fatto".

Il conservatore europeo

Immagine di presentazione: MTI/EPA/ANSA/Alessandro Di Meo