È ormai certo che l’Ungheria è una dittatura fascista, dove vivere è un inferno, dove chiunque critica il governo, chi osa tirare un respiro profondo o si oppone in altro modo al potere soffocante è morto.
Deve essere così, come ha stabilito il film educativo nato sui media svedesi. E non mentono, e nemmeno Márton Gulyás, il pastore sincero, e non so nemmeno che razza di animale. Ha poi dato un buon assaggio al tut.
Tralasciamo l'ironia inopportuna, perché alle schifezze che ha prodotto questo pezzo di merda non c'è ironia, ma una rabbia inestinguibile. E completa incomprensione.
Mi chiedo cosa stesse pensando questo sciattone? Come può restare segreto nell'era dell'informatica l'insieme di bugie con cui ha assunto un ruolo nel film di propaganda dei nazisti liberali svedesi? E come osi continuare a essere partigiano dopo tutto questo? È assolutamente sorprendente, come poteva parlare senza pronunciare una sola parola vera?
Per chi non lo sapesse, la sua bugia più grande è stata quella di aver dichiarato, mentre gestiva un canale YouTube specificamente contro il governo, che in Ungheria non esiste libertà di stampa e nessuna possibilità di esprimere liberamente un'opinione. Allora cosa stai facendo, Gulyás? Stai ascoltando profondamente?
Lui tace, ma solo sul motivo per cui ha osato diffamare il suo Paese con simili bugie. Perché è un piccolo intrigante codardo, che fa chiacchiere all'estero, ma a casa fa il massimo. Ma cosa potresti dire? Come potresti non essere serio?
Nessuna libertà di stampa? Infuria una dittatura? Piccolo peccato, se in questo paese ci fosse una dittatura, non riusciresti ad abbaiare né in casa né ai cattivi svedesi. Al massimo, se sei fortunato, nella tua cella. Sei mai stato chiuso per la tua meschinità? Sai, deplorevole mente malata, la dittatura infuriava quando il 23 ottobre 2006 gli ussari non identificati di Gyurcsány attaccarono i pacifici celebranti come iene rabbiose. I poliziotti di Gyurcsány di cui sostenete il campo.
Naturalmente il ragazzino è stato ben preparato al tradimento dai suoi allenatori americani e deve soddisfare le aspettative. Ma non è nemmeno obbligatorio sprofondare così in profondità.
Non dimentichiamo inoltre che la Svezia è in bilico sull'adesione alla NATO, alla luce di ciò un film che attacca duramente il nostro Paese difficilmente può essere classificato come un gesto amichevole. Inoltre non sono convinto che i parlamentari ungheresi che non hanno ancora approvato la loro intenzione di aderire siano stati convinti da quanto accaduto a dover dire sì alla richiesta. Se diventassero un paese membro, quante altre volte ci prenderebbero a calci?
Temo che la Svezia ci consideri un popolo inferiore e barbaro, contro il quale può fare quello che vuole. Ebbene, pensano male.
Signori parlamentari, prima di votare, non dimenticate di guardare il film svedese!
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Autore: György Toth Jr
Immagine di copertina: Foto: MTI/Balázs Mohai
Con Márton Gulyás i bambini svedesi vengono presi in giro contro l'Ungheria