Le controversie legali tra l'UE e la Polonia si stanno aggravando, a seguito delle quali sempre più giornali europei scrivono di "polexit", ovvero la possibile uscita dei polacchi dall'UE. Naturalmente, questo non è mai stato discusso a livello di retorica del governo polacco. Magyar Nemzet ha chiesto a Zoltán Gálik, professore associato presso l'Università Corvinus di Budapest, del futuro del rapporto tra gli Stati membri e il diritto dell'UE.

I polacchi iniziarono ad affrontare problemi legali vecchi di decenni quando la loro Corte costituzionale dichiarò incostituzionale che la Corte di giustizia dell'Unione europea aveva ordinato misure riguardanti la regolamentazione della responsabilità disciplinare dei giudici polacchi come incostituzionali, e Varsavia credette nel primato del diritto nazionale nel caso. Un altro conflitto è atteso nelle prossime settimane: la Commissione europea ha dato tempo alla Polonia fino al 16 agosto per conformarsi alla sentenza del tribunale Ue, pena sanzioni finanziarie. Non è raro che il rapporto tra diritto comunitario e diritto nazionale sia oggetto di scrutinio nelle capitali degli Stati membri.

– La Corte di giustizia dell'Unione europea ha iniziato a indagare già negli anni '60 e ha stabilito la sua posizione secondo cui il diritto comunitario ha la priorità in quei settori in cui gli Stati membri hanno conferito competenze alla comunità. Anche la Corte costituzionale tedesca si occupa di questioni legali europee dagli anni '70. Potrei citare il Trattato di Maastricht, la crisi del debito sovrano del 2008 o il Trattato di Lisbona, il dilemma è sorto anche in relazione a questi, soprattutto nei settori in cui l'Unione nel frattempo ha acquisito poteri - Zoltán Gálik ha elencato gli esempi. Tutto sommato, dunque, vale la pena indagare a distanza, non essendoci di fronte un problema nuovo - ha sottolineato l'esperto, il quale ha anche espresso l'opinione che il dibattito si stia svolgendo proprio in relazione ai tribunali, e in sede attuale caso polacco, il rapporto tra Stato membro e diritto dell'UE è in discussione.

Le argomentazioni sui polacchi che seguono la via britannica sono quindi al momento non valide sia giuridicamente che politicamente, mentre la situazione di Varsavia può essere aiutata anche dal fatto che sono in corso di svolgimento le serie di conferenze sul futuro dell'Europa, dove si può discutere anche del rapporto tra gli ordinamenti giuridici dell'UE e degli Stati membri, nonché il futuro dell'Unione risponde. A proposito, anche l'Ungheria sostiene quest'ultimo. - A questo proposito, vale la pena menzionare due aspetti, uno dei quali è che ora è in vigore un sistema costituzionale. Se gli Stati membri decidono che vale la pena svilupparlo, allora può arrivare la seconda dimensione, in quale direzione esattamente. Quest'ultimo non deve necessariamente significare accentramento - ha affermato l'esperto, il quale ritiene che la questione legale ora sollevata dai polacchi possa avere un posto anche nel discorso sul futuro dell'Europa.

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Foto: Europress/AFP