Uno guarda Eva Kaili, questa graziosa donna greca sulla quarantina, madre di una bambina, e non capisce cos'altro poteva mancare alla sua vita, che voleva compensare con pacchi di euro infilati nelle borse - secondo lo stato attuale delle indagini, con tangenti del Qatar? Tesco sta risparmiando per uno yacht economico? Una villa in riviera? Hai finito i pannolini alla fine del mese?

I suoi compatrioti, compresi probabilmente gli elettori del suo partito, i socialisti greci, sono stati ridotti in povertà dalla crisi del debito e dall'austerità del loro paese un paio di anni fa. Molti si sono suicidati. Kaili, d'altra parte, almeno finora, ha avuto successo, denaro e fascino come parte della sua classe; I membri del Parlamento europeo guadagnano milioni al mese (calcolati in fiorini), consumano pasti sontuosi e soggiornano in hotel eleganti. Possono costruire una rete di contatti che li aiuterà anche quando non faranno più politica. Ma una brillante carriera viene distrutta da un caso del genere.

Le vie dell'avidità e dell'avarizia umana sembrano essere imperscrutabili come i lobbisti del Qatar.

La sua ipocrisia, invece, è dritta come una freccia. Basta sfogliare le pagine dei verbali del Parlamento europeo per vedere che, insieme alla maggior parte dei membri della fazione socialista, compresi gli ungheresi, anche il vicepresidente greco ha votato a favore del rapporto che condanna l'Ungheria - e sanziona il nostro Paese, tra l'altro cose, citando la corruzione. Non lasciare che il lettore se ne prenda a cuore, ma la corruzione esiste in ogni paese dove ci sono persone e denaro (o altri mezzi di scambio). Una delle domande principali è: qual è la sua estensione e quali sono le sue forme di manifestazione? L'altra domanda principale – soprattutto nel caso del sistema istituzionale dell'UE – è quali fattori e per quali interessi un'accusa di corruzione formulata in modo generico viene regolarmente utilizzata come esca politica contro un paese, o nel caso del nostro paese?

Nei banchi del gruppo rappresentativo che riunisce i proletari degli (Apró-)viláks, ora possono sbizzarrirsi: cercano la pagliuzza negli occhi degli altri, e non trovano nemmeno la trave nei propri - finché parla la polizia belga.

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Autore: László Szőcs

Immagine: ISOPIX/SIPA