Il 62 per cento degli intervistati da Századvég considera una buona idea che l'Ungheria si sia procurata altri vaccini orientali oltre a quelli promessi da Bruxelles, mentre solo il 32 per cento di loro ritiene che ciò non fosse necessario.

I risultati del sondaggio sono una risposta scattante a Péter Márki-Zay, che - continuando le azioni anti-vaccinali della sinistra - ha affermato che "sorgono serie preoccupazioni" per quanto riguarda il vaccino Sinopharm, secondo lui "non è un caso che nessun europeo Il Paese dell'Unione ha comprato un vaccino cinese, figuriamoci lo ha somministrato a chi ha più di sessant'anni, un vaccino che non è stato nemmeno testato". Inoltre, il candidato premier della sinistra ha anche affermato che "a proposito, questa è la categoria del genocidio, e penso che questo sia uno degli argomenti più importanti che richiedono responsabilità".

Come è noto, nel 2021 - a seguito degli sfavorevoli contratti di approvvigionamento di vaccini di Bruxelles - una carenza di vaccini sviluppati in Europa, così quegli Stati membri che hanno basato la loro strategia di vaccinazione per frenare l'epidemia di coronavirus esclusivamente su appalti "centrali" dell'UE si sono trovati in una situazione difficile. Affinché l'Ungheria possa eliminare le suddette difficoltà, l'autorità farmaceutica ha deciso prima a favore della licenza nazionale del vaccino russo Sputnik V e poi del vaccino cinese Sinopharm. Il passo in questione era un prerequisito per la ripresa della vita e dell'economia in Ungheria il prima possibile, eppure Péter Márki-Zay ha definito "genocidio" l'uso del vaccino Sinopharm.

Ricorda: lo scorso maggio, l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha approvato l'uso di emergenza di Sinopharm, che è stato un segnale alle autorità nazionali in merito alla sicurezza e all'efficacia del vaccino. L'approvazione non faceva distinzioni tra gruppi di età superiori ai 18 anni, il che significa che il consiglio ha approvato anche l'uso del vaccino per le persone anziane. Inoltre, gli specialisti dell'Istituto nazionale di salute farmaceutica e alimentare (OGYÉI), responsabile delle licenze nazionali dei vaccini, svolgono il loro lavoro tenendo conto delle norme e dei regolamenti europei, durante i quali agiscono con la stessa precisione e rigore di loro colleghi dell'Europa occidentale.

Fonte: Magyar Hírlap

Foto: Zoltán Havran