Il tema chiesa e denaro è sempre stato di grande interesse, accresciuto solo dalle vicende vaticane degli ultimi anni. Certo, le persone sono sempre state interessate non solo alle questioni finanziarie, ma anche alla struttura e al funzionamento del Vaticano, ad esempio, che tipo di istituzioni ci sono nella città-stato, quanto sono privilegiati i lavoratori lì, ecc. Ebbene, attraverso l'amministrazione del Vaticano, possiamo avere un'idea della vita quotidiana sulla base dell'articolo di Aurél Márk Érszegi, pubblicato sul portale vasarnap.hu.

Il termine collettivo "Vaticano" significa fondamentalmente due sottosistemi più grandi: la Santa Sede e la Città del Vaticano. Molte altre organizzazioni sono ad esse collegate dal punto di vista economico e finanziario. Ad esempio la "Banca Vaticana", le varie fondazioni pontificie, ma a partire dal bilancio di quest'anno gli ospedali di proprietà della Santa Sede (es. Rotondo), oltre a celebri luoghi di culto, come Loreto, Pompei, Padova e le quattro grandi basiliche di Roma. Ciascuno di questi ha un budget separato, ma alla fine il Papa è il fiduciario supremo, quindi può imporre "trasferimenti".

Le entrate della Santa Sede (l'apparato centrale della Chiesa cattolica) sono costituite da donazioni e da entrate proprie.

Governatorato Vaticano

Secondo il diritto canonico, le varie unità amministrative ecclesiastiche sono obbligate a sostenere il servizio del Successore di Pietro con donazioni regolari. Allo stesso modo, i seguaci del cosiddetto sostengono il Papa con i soldi di San Pietro. Quest'ultimo viene utilizzato in parte per coprire le spese della Santa Sede, e in parte per scopi di sostegno caritatevole del Papa (o incrementato con investimenti).

Il patrimonio della Santa Sede è tipicamente costituito da titoli e azioni di Stato, oltre che da beni immobili.

Secondo informazioni di stampa, la Santa Sede possiede un totale di 2.500 immobili residenziali e circa 600 locali commerciali, principalmente a Roma e dintorni. I titoli di Stato provengono principalmente dall'indennizzo che lo Stato italiano versò nella liquidazione del 1929 per i beni ecclesiastici precedentemente confiscati. Inoltre, la Santa Sede investe i suoi fondi liberi in azioni, la cui redditività dipende dalle condizioni di mercato - e dall'abilità dei propri consulenti finanziari. Tutti questi sono gestiti dall'Asset Management della Sede Apostolica, ma alcuni istituti hanno i propri diritti di gestione patrimoniale separati.

L'obiettivo principale dello Stato della Città del Vaticano è quello di mantenere l'operatività della Santa Sede, pertanto contribuisce a coprire il disavanzo della Santa Sede con le sue entrate e il regolare avanzo di bilancio.

Soprannominata la “banca vaticana”, lo IOR (Istituto per le opere religiose) si occupa in realtà di gestione patrimoniale (secondo calcoli del 2018, 2,8 miliardi di euro), ma finanzia anche la Santa Sede con parte dei suoi utili aziendali.

La voce più consistente nelle spese della Santa Sede è di ca. Rappresentano le spese personali di uno staff di 3.000 persone (dai cardinali ai diplomatici pontifici alle guardie svizzere). I media vaticani - soprattutto la radio e il quotidiano - nonostante le fusioni e le razionalizzazioni degli ultimi anni, costituiscono un costo enorme per l'amministrazione della Santa Sede. Anche i versamenti del Fondo Pensione Vaticano a Gestione Separata rappresentano un onere rilevante.

La più grande voce di spesa qui è di ca. Rappresenta gli stipendi di 2.500 dipendenti, oltre alle spese di manutenzione del complesso monumentale e altre voci per vari eventi papali.

Poco nota al grande pubblico è l'azienda agricola operante nella tenuta di Castel Gandolfo, che produce prevalentemente per autoconsumo, ma l'eccedenza viene venduta nell'emporio del Vaticano. Da segnalare, prima di tutto, l'"industria casearia", che produce 800 litri di latte al giorno. Il carburante viene venduto in un totale di quattro distributori di benzina in Vaticano e in altre proprietà della Santa Sede (una cifra trapelata nel 2012 parlava di un fatturato di 27 milioni di euro). Anche l'emporio vaticano, il negozio di abbigliamento e la farmacia, ma anche le Poste vaticane e le librerie generano entrate.

Latte vaticano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A seguito della pandemia di coronavirus, le entrate proprie della Santa Sede sono diminuite in modo significativo: utilizzo degli immobili, entrate commerciali e finanziarie.

In parte per la situazione generale, principalmente per il calo del turismo, in parte perché pagavano volontariamente l'affitto dei loro immobili commerciali a Roma. Ma sono calate anche le donazioni esterne: basti pensare al mancato reddito da moggio dovuto al divieto di visitare le chiese durante l'epidemia, che ha colpito gravemente anche singole parrocchie. Inoltre, negli Stati Uniti, che è uno dei maggiori donatori, a causa di precedenti scandali pedofili, la disponibilità a donare è già notevolmente diminuita.

Sostenere sia il funzionamento che gli scopi caritativi della Santa Sede, il cosiddetto secondo i dati vaticani, le entrate dei penny di San Pietro sono diminuite del 23% tra il 2015 e il 2019, per calare di un altro 18% nell'anno pandemico del 2020, e si prevedeva un altro calo del 15% entro il 2021.

Secondo le direttive papali, in Vaticano non potevano esserci licenziamenti, ma è stato introdotto anche il congelamento degli organici.

A partire dall'aprile 2021, è stato attuato un taglio di fascia salariale per gli alti funzionari e gli aumenti salariali indicizzati dovuti ogni due anni sono stati congelati. Nel 2020 sono stati risparmiati 1,5 milioni di euro rivedendo contratti di consulenza esterna, 3 milioni annullando missioni ufficiali, 1,3 milioni annullando eventi centrali e 4,8 milioni rinviando vari lavori di manutenzione e ristrutturazione.

Stazione ferroviaria vaticana

L'intero articolo di Aurél Márk Érszegi può essere letto sul vasarnap.hu .

Fonte immagine: Márk Aurél Érszegi