Ancora una volta, la nostra vita fugace si avvicina al miracolo eterno, l'unica serie di eventi dell'incarnazione di Dio in Gesù Cristo. Quanto più profonde sono le ombre terrene, le manipolazioni dell'odierno Erode pronto a tutto pur di proteggere e preservare il proprio potere, le proprie guerre, le ondate dilaganti di sofferenze causate dalla siccità, dalla fame e dalla mancanza d'acqua, o la "diplomazia" dell'ostentazione, tanto più risplende la redenzione celeste-terrena nella pienezza dei tempi, la serie dei miracoli nella terra promessa.

L'impressionante e maestosa genesi, come il nostro Dio, nel suo amorevole consiglio, ha soddisfatto le dispute nella valle del lamento che si svolgeva in basso a causa della perdita del mondo terreno e della condizione edenica dell'umanità. Perciò, nella pienezza dei tempi (Mc 1,15), quando il grido del suo popolo per il Messia penetrò nel cuore di suo padre e il peso irredento dei peccati accumulati di generazione in generazione sul collo del suo popolo e del mondo umano, per compassione e salvagente per i suoi figli che stavano annegando, iniziò il più grande miracolo della storia, il corpo del suo Santo Figlio la storia terrena del suo punto.

L'impressionante genesi, i cui eventi si sono svolti tutti secondo l'esatto programma delle coordinate celesti-terrestri secondo la Bibbia. Come c'è stata la genesi della creazione del mondo e dell'uomo, dell'umanità, che è riportata nel primo libro di Mosè, così c'è stata anche la tempistica precisa della nuova umanità, la storia della salvezza di Cristo, che ha sostituito quella di Adamo storia in discesa con un'ascesa alla salvezza e alla felicità. Le quattro settimane di Avvento sono un'occasione per raccontare in silenzio o in comunità l'impressionante genesi del miracolo dell'Incarnazione, ammirandone la perfezione e la bellezza dei particolari, e facendola nostra.

Vediamo la mangiatoia con il Figlio di Dio e prostriamoci davanti a Lui con una santa fantasticheria", cantavano i nostri fratelli della regione meridionale. Perché chi entra nel sudario del silenzio creato dallo Spirito Santo durante le quattro settimane di Avvento, incontra tante piccole e meravigliose cose, le impronte di Dio, con l'aiuto dei Vangeli. Soprattutto, il Vangelo di Luca ci rivela il lavoro preparatorio sorprendentemente accurato del Signore del sentiero pianificato, il nostro Padre celeste.

Nel grembo di Maria sono iniziate le vicende terrene, il miracolo del Natale. Nove mesi prima degli eventi gloriosi e pubblici della notte della Natività. Nel modo più segreto. La celebrazione prenatalizia è già iniziata con la visita di Maria ad Elisabetta. Quando incontrarono Elisabetta, che da sei mesi era stata benedetta con Giovanni Battista, il feto nel grembo materno gioì ed Elisabetta disse: la madre del mio Signore viene da me (Lc 1,41-44).

Giovanni Battista si commosse di gioia sotto il cuore di Elisabetta quando udì il saluto di Maria nel primo momento della visita (Lc 1,44). Elisabetta ha pronunciato una benedizione natalizia, dicendo a Maria: Benedetta sei tu fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno (Lc 1,42). Benedicta, beata Maria, e benedetto, benedetto è il frutto del suo seno, Gesù.

In questo incontro è germogliata l'alfa delle più grandi feste cristiane, la storia ancora nascosta del Natale. Nell'incontro di due madri scelte. Che beata maternità! Ma prendiamo solo fotogramma per fotogramma gli inizi e la genesi del mistero della notte santa, perché non a caso questa parola degli evangelisti accompagnava tutto il racconto: si stupiva, si stupiva. Già quando Zaccaria uscì dopo la scena nel tempio che annunciava Giovanni Battista, la gente era molto stupita (Lc 1,21). Anche la strana, affascinante genesi della meraviglia si dispiega davanti a noi! Maria rimane stupita quando l'arcangelo Gabriele le annuncia l'accoglienza alla grazia, l'evento straordinario dell'essere accolta nel suo grembo e concepita, perché «come è possibile, visto che non conosco uomo?». (Luca 1:34).

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Autore: Dott. Lajos Békeffy